domenica 26 giugno 2011

Fare o parlarne....

Avremmo voluto averne il tempo, quello di sederci con calma e metterci a parlare di ogni cosa, con tutto il tempo possibile, come ci appare che qualcuno si aspetta da noi della Casa dei Popoli. Fare cento riunioni in cui chiedere ad ogni iscritto di dirci il suo parere sul fatto che poi avremmo dovuto affrontare qualche problema condiviso. Problemi di altri, non nostri. Nostri, se mai, restano i tempi in cui decidiamo di muoverci, invece di chiedere riunioni e partecipazione alle attività che abbiamo da svolgere, agli impegni che nessuno ci impone di assumere, ma che ci siamo assunti nel momento in cui abbiamo condiviso il progetto politico della casa dei Popoli. Il nostro essere sazi democratici con un periodo di crisi che ci intimidisce, ma anche col progetto delle vacanze da mettere a punto, e con la consolidata consuetudine a costituire una commissione per ogni cosa, per complicare anche le cose semplici,  l’abitudine ad affrontare gli impegni che incombono, con tutta la calma possibile (tanto…che fretta c’é?…) ci porta a sentirci orribilmente offesi se qualcuno manca di consultarci su ogni respiro, su ogni inezia, al punto che il nostro impegno è speso tutto in questo sforzo e non nel valutare se avremmo dovuto muoverci immediatamente per tentare di salvare, o di aiutare qualcuno ( persona, essere vivente) a riacciuffare un destino che la guerra ( fatta, anche, le nostre bombe) gli hanno tolto. Noi ci inalberiamo giustificatamente, se la nostra DEMOCRAZIA viene offesa da qualcuno che fa senza prima dire, senza chiedere il permesso assembleare dove noi, costruttori a fiato di chissà quante decisioni operative DEMOCRATICHE mai attuate, citatori mestieranti di cento e mille GRAND SAGGI del passato, di scrittori di grande spessore storico e culturali, chiamati tutti a bocconi e stralci a testimoniare che sappiamo più di altri, NOI CI INALBERIAMO PER DIRITTO  e, aprendo tutte le valvole di sfiato che abbiamo, gridiamo verso “…chi deve intervenire per fermarlo…” che il pericolo che si corre, nel mancare di chiedere all’ultimo burocrate logorroico instanchevole dello scritto demolitorio di chi fa, che ” riunirsi per decidere, per sapere, per poter dire di si o di no, é più importante che intervenire dove necessita con fermezza prima di assemblerci in una riunione perenne dove i masturbatori  mentali, capaci di spendere le loro energie degli ultimi due mesi, solo in operazioni demolitorie verso il GRANDE ACCENTRATORE, offensore della democrazia e della partecipazione ( e dei salotti da thè dei perditempo) continua a fare senza chiedere se loro signori sono d’accordo, se sono pronti.
Facevamo le cose che abbiamo fatto, praticamente tutte le cose che si sono fatte negli ultimi due mesi col nome della Casa dei Popoli, supponendo che chi è scappato da una guerra drammatica avesse il problema di ritrovare un minimo di umanità della propria vita, non che fosse qui per farci misurare sulla loro pelle. Siamo contenti di aver osato pensando al peggio che doveva essere dimenticato nella loro vita, scorie drammatiche che vogliamo aiutare a togliere dalle loro giovani menti che hanno bisogno di ritrovare un sorriso, una speranza.
Poi abbiamo voluto praticare ( senza chiedere il permesso a chichessia e non gliene chiediamo scusa) quella proposta antica ormai fatta (sempre dalla stessa mente antidemocratica che ha partorito la Casa) di aggiungere un posto a tavola la domenica per accogliere qualcuno di loro alla nostra tavola, ed è in questa occasione che abbiamo scoperto il contenuto dei loro cellulari. Non li abbiamo spiati, li hanno aperti loro per condividere con noi la loro musica, le loro foto e, solo casualmente ci hanno fatto vedere i loro video. Pensavano che non ci interessassero, ridevano facendoceli vedere. Ci siamo chiesti come mai ridessero di fronte a tanta drammatica realtà vissuta e dalla quale erano scampati solo per caso (  ”Dio non ci  ha voluto” ) questo ci dicono di fronte alla morte che cogliendo tanti di loro, nel deserto del Sahara, attraversato senza acqua nè cibo, in otto giorni di marcia con vecchi camioncini scoperti, senza sostegni o ripari.  Ridono per poterle guardare con distacco, non lo facessero sarebbero travolti mentalmente dalla tragedia.
Non vi chiediamo se siete d’accordo ad aggiungere un posto alla vostra tavola, non vi biasimeremo se ci chiederete ancora una volta, una commissione per decidere se potevamo invitarli. Lo abbiamo fatto e pensiamo di ripetere l’errore.
voi intanto potreste riunirvi, magari dopo aver guardato i video di cui allego i link, e poi fateci sapere cosa avete deciso DEMOCRATICAMENTE.http://casadeipopoli.wordpress.com/2011/04/26/la-casa-dei-popoli/

Nessun commento:

Posta un commento